Cari amici, vi segnalo una mostra di fotografia. Vi ricordate il genio del dottor stranamore, di 2001 Odissea nello spazio, quello che ha deciso di utilizzare le luci naturali per gli interni di Barry Lindon, quelo che ha fatto impazzire Shelley Duvall in shining, quello che per primo ha utilizzato la steadicam ed ha esasperato l'operatore Garret Brown? Sì è prorpio Stanley Kubrick ed il Palazzo della Regione di Milano gli dedica una mostra dal titolo "Stanley Kubrick fotografo". Se tutti noi apprezziamo il genio per come ha saputo tradurre in immagini alcuni romanzi rendendoli più famosi di quello che erano, forse vale la pena di visitare questa mostra. Sapete bene che l'attenzione per le inquadrature in Kubrick era addirittura maniacale, ecco perchè, secondo me, potrebbe essere interessante studiare il percorso della sua formazione. Kubrick è stato spinto sempre dalla necessità di raccontare, di trasmettere i suoi messaggi nel modo più chiaro possibile. Una costante della sua produzione artistica è stata l'attenzione posta nel cercare di riprodurre esattamente il suo punto di vista sulle cose, sul mondo. Eccolo allora come fotoreporter della rivista Look dal 1945 al 1950. La mostra espone trecento foto del grande genio suddividendole in due percorsi. Adando a curiosare tra queste foto potremmo, forse, capire quello che è all'origine di una passione così grande per l'immagine e cercare di comprendere il percorso che ha portato l'autore dall'immagine statica a quella in movimento. La mostra chiude il 4 luglio 2010, per cui affrettatevi! Di seguito il link della mostra: http://www.mostrakubrick.it/

B.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per la segnalazione. Se posso mi permetto di citare una frase dello stesso Kubrick che, in merito, mi ha sempre affascinato:
"Se noi guardiamo ai progressi della tecnica ci troviamo tutti d'accordo che la tecnica ha fatto progressi più rapidi dei valori umani e morali, che l'uomo ha creato degli strumenti e dei mezzi con i quali può distruggersi totalmente, e questo senza avere trovare un modo vero di risolvere i suoi problemi.

Io sono però ancora ottimista e penso che l'uomo potrà trovare le soluzioni. Non posso immaginare che gli uomini si distruggeranno tutti gli uni con gli altri. Penso che il trapianto della vita su altri mondi e lo sviluppo dell'energia nucleare formino probabilmente un punto cruciale. Di due cose, una: o la vita sul nostro pianeta si distrugge da sola con i mezzi infernali che oggi possiede l'uomo, oppure la vita ci porterà a cose più grandi e più belle, come mai si sono viste sulla faccia della Terra"

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